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Posts Tagged ‘considerazioni’

Sì, provo un interesse nei tuoi confronti. Perché credi che una ragazza cerchi un ragazzo? Per farsi fare le treccine ai capelli? Non credo proprio. E perché non te lo posso dire apertamente, sinceramente, liberamente? Perché non sta bene, non si fa, non si dice?

Sono stufa di imbavagliare il cuore. Si passa la vita a interpretare le frasi altrui, a mediare le proprie, a cercare di farle uscire modificate, codificate; si scelgono accuratamente i termini da pronunciare, messaggiare, inviare; si trascorre la maggior parte del tempo a nascondere i sentimenti dietro sostantivi ambigui, capaci di celare quello che proviamo veramente, aggettivi, verbi, avverbi, sinonimi usati come la rete da circo dell’acrobata, per arrestare eventuali cadute: si butta lì una parola polivalente, sperando che l’altro capisca tutto il discorso che c’è dietro ma, nel caso in cui non lo apprezzasse o storcesse il naso, con la possibilità di battere in ritirata e mentire, con noncuranza, sostenendo che c’è stata incomprensione, perché in realtà intendevano tutt’altro.

Ci dimostriamo superiori, aperti, amici di tutti, ci convinciamo, per convincere gli altri, che prendiamo la vita con filosofia, easy, senza paranoie, così come viene, e che non ci importi nulla di ciò che potrebbe pensare chi ci sta di fronte, quando in realtà costruiamo trincee per paura di essere feriti; viviamo cercando di affondare il prossimo come se fossimo sul punto di affogare, quando invece basterebbe stringerci un po’ per fare posto sulla zattera della vita.

E così ci massacriamo, passiamo più tempo a cercare di distruggere gli altri, tutti potenziali cecchini della nostra felicità, invece di renderci conto che se tutti i cannoni sparassero fiori saremmo tutti più contenti, ciascuno di noi riuscirebbe a raggiungere un pezzetto di cielo, potrebbero esistere giorni in cui gli unici a piangere sarebbero i lattanti che pretendono la poppata.

Guardati attorno: tutti fingono. Fingono di crederti un grande, di condividere ciò che pensi, come lo pensi e il perché lo pensi, ma nessuno avrà il coraggio di dirti quando stai per fare un errore, o per avvertirti che stai per cadere: ti lascerà inciampare oppure cercherà di arrestare la tua corsa verso il traguardo che ti sei prescelto, i tuoi desideri, le cose che fai ascoltando l’istinto, la spontaneità, le tue sensazioni, se non è cool, trend, o sensato o solo perché mosso dall’invidia cieca.

La gente muore tutti i giorni, può essere il padre di un conoscente, la madre di un amico, un tuo parente, un completo estraneo, uno di cui conosci solo il nome, una ragazza di cui conoscevi solo il volto. Se tutto moriamo, giovani vecchi e uomini dell’età di mezzo, perché dobbiamo reprimere ciò che sentiamo, farci la guerra in casa e guardarci con indifferenza?

Se esistesse un conto alla rovescia mondiale al cui termine tutti, contemporaneamente, fraternamente, per sempre, calassimo la maschera che ci siamo cuciti addosso, la vita sarebbe vita e varrebbe davvero la pena di essere vissuta.

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Capisci di non essere importante

quando sei tu l’impegno che si può rimandare;

quando una persona, che vive lontano, ritorna e non pensa di rivedere anche te;

quando non ti viene mai inviato nemmeno un messaggio per sapere come stai;

quando una persona parte per un lungo viaggio e tu sei l’unico a non sapere dopo una settimana se è arrivata a destinazione;

quando ti rinfacciano i tuoi sfoghi;

quando non hanno il coraggio di dirti cosa pensano davvero di te;

quando ti tradiscono e non hanno la lealtà di dirtelo;

quando sei l’ultimo a sapere le cose fondamentali;

quando sei la seconda scelta….

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“A woman needs a man like a fish needs a bicycle.”

Cerchiamo tutti qualcuno che ci abbracci nei momenti neri e crudi, freddi come una domenica di febbraio, dal cielo grigio, bagnato di pioggia che batte insistente sui vetri di una finestra di una camera vuota.

Cerchiamo tutti qualcuno che nel momento dello sconforto accenda l’interruttore di una luce che abbiamo dimenticato.

Tutti desideriamo qualcuno che asciughi le nostre lacrime salate e ci ricordi che domani sarà già un giorno diverso e che, tra un mese, un anno, sarà tutto passato.

Tutti vorremmo un sorriso a dirci che qualsiasi cosa indossiamo ci sta bene, che i capelli sono perfettamente disordinati, che l’influenza ci rende terribilmente affascinanti.

Qualcuno che si prenda cura di noi quando il mondo smette di girare per il verso giusto e ci manca il terreno sotto ai piedi, rischiando di sprofondare sotto un peso che non abbiamo più le forze per trasportare/sostenere.

Qualcuno che dia un senso ai silenzi e li faccia parlare senza l’uso di parole, qualcuno che ci dia lo stimolo per continuare a inseguire i nostri sogni o ci aiuti a creare nuove strade verso la felicità.

Tutti abbiamo bisogno di qualcuno.

Non tutti hanno la fortuna di trovare quel qualcuno.

Neither am I.

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