Il problema non è la maschera
che indossi quando conosci qualcuno.
Il problema è che quando tu togli la tua,
gli altri continuano ad indossare la loro.
Posted in Random, tagged bugie, falsità, maschera, onestà, random on ottobre 9| 2 Comments »
Il problema non è la maschera
che indossi quando conosci qualcuno.
Il problema è che quando tu togli la tua,
gli altri continuano ad indossare la loro.
Posted in Spezzone, tagged berlina, ed sheeran, give me love, mascara, maschera, pioggia, semaforo, spezzone 7 on settembre 10| Leave a Comment »
La macchina correva per le strade buie della città, sotto una pioggia battente che rendeva lucido l’asfalto e lavava via il ricordo del traffico.
Dal suo sedile posteriore guardava il cielo nero dove, tra un intrico di rami, pali della luce ed edifici, sperava di vedere almeno una stella, la sua buona stella. L’unica luce pulsante, a tratti visibile tra le nuvole grigie, era Venere, ma troppo bassa sull’orizzonte non poteva esser scorta nella giungla di cemento.
Luce rossa. La macchina rallentò fino a fermarsi all’incrocio.
Nel momento in cui girò il viso verso la corsia vicina, vide una berlina nera, un volto al posto del guidatore che riconobbe subito.
D’impulso aprì lo sportello dell’auto e si mise tra le due vetture a fissare quegli occhi sbalorditi, che non avevano potuto ignorare la sua presenza.
Le gocce di pioggia continuavano la loro ritmica caduta colpendole la testa, le spalle, inzuppando ogni capello, gli abiti e le scarpe di tela. Il viso perse lineamenti e contorni, tra mascara che, colando, solcava le guance in strisce scure, simili a sbarre di prigione, e la bocca semi aperta, il tutto a mo di maschera piangente. Ma piangeva lacrime o era il cielo a piangere per lei?
Continuarono a fissarsi per un tempo che sembrò infinito e i loro silenzi fossero stati colmi di parole che non possono esser proferite, che non hanno voce per trovar la strada degli orecchi.
Ma cosa si dissero?
Lui non scese. Restò al volante della sua berlina scura a guardare un tizio alto che la riportava in auto, richiudendo la portiera una volta che ella vi fu salita.
Scattò il verde.
Le auto ripartirono. La berlina ripartì. Le loro strade si divisero. Di nuovo.
– Ho freddo. – fu l’unica cosa che lei riuscì a dire dal suo sedile, inzuppata come non mai, la testa bassa incastonata tra le spalle ricurve. Fu allora che pianse perché, solo allora, le sue guance furono solcate da calde gocce salate e i suoi occhi si abbellirono di infinite luci.