Posted in Spezzone, tagged ansia, bisbiglio, calma, conchiglie, dolore, mare, mormorio, ossigeno, silenzio, spezzone, tic, vento, volto on novembre 29|
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L’aria tiepida di giugno solleticava la sabbia, sollevando alcuni granelli dorati. Il sole alto nel pomeriggio guardava non curante l’orizzonte, incapace di comprendere cosa fosse la notte.
Alcuni bagnanti solcavano il lungomare, sollevando piccole onde bianche attorno alle gambe, discutendo animatamente alcuni, altri osservando in silenzio dove poggiavano i piedi.
Un gruppetto di bambini era intento a costruire un castello con più torri, adornato da conchiglie e alghe strappate al moto ondoso.
Nel suo silenzio s’erano appartati suoni di discorsi mai tenuti, intrappolati in gola come bocconi amari che non si riesce a deglutire; le mani tremavano per un tic nervoso che non riusciva a placare, il respiro, fattosi accelerato, le faceva sussultare il petto magro alla disperata ricerca di ossigeno. Seduta, fissava il mare dinanzi a sè, per cercare la calma interiore a cui aspirava. Ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva un volto, il suo volto, ma avrebbe dato qualsiasi cosa per non vederlo più. Troppo dolore, troppa ansia, troppe domande, – che sarebbero rimaste senza risposte,- invadevano il suo essere rendendolo fragile e indifeso.
Una folata di vento le sussurrò qualcosa all’orecchio. Un bisbiglio, un mormorio, un fruscio nella sua testa. Riaprì gli occhi.
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