Vedo immagini di te come in un loop continuo. Come serro le palpebre, l’oscurità che si crea diventa tela del tuo viso.
Contorni sbiaditi, azzurri spenti, che il ricordo si affievola come i panni al passar dei lavaggi.
Si infeltriscono fino a confondersi e a diventar bugie persino per me, che avevo giurato che di quegli occhi non mi sarei mai potuta scordare.