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Posts Tagged ‘silenzio’

Inizi ad avere paura degli altri. Di chi si avvicina troppo. Di quello che potrebbe chiederti perché anche un silenzio, in faccende come questa, è una risposta bella e buona. Ma tu non vuoi far sapere nulla agli altri di te. Cerchi di arginare e contenere la conversazione su binari morti lontani dall’argomento principe. Quello che ti sta togliendo il sonno e pure la fame. Oltre alla voglia di resistere.

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Una parola spegne il silenzio,

una risata accende il buonumore.

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Vite sospese.

Vite a metà.

Distanti ma uniti.

Siamo un’unica voce

che urla in silenzio.

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Sarebbe bello incontrare qualcuno

con cui stare anche solo in silenzio.

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Quando per provocazione ti diranno che non ho provato a cercarti, racconta loro cosa mi avresti detto se lo avessi fatto e pensa a quanto quelle parole mi avrebbero ferito.

Forse, così, capirai perché ho preferito il silenzio.

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Prenderai la mia mano tesa, di sangue intinta,
e la stringerai al tuo volto smarrito?
La perdonerai per ciò che ha fatto
e comprenderai il bisogno di silenzio perpetuo
che l’ha costretta ad agire?

Se ti giurassi che ho cercato un angelo lungo la strada,
il buon samaritano che cede le sue vesti strappate a chi è nudo,
che ho così incrociato gli sguardi dei passanti
per chiedere aiuto con occhi così appannati da ricordare la pioggia che batte fredda su finestre avvolte da tepore sopito,
ma essi,atterriti alla visione del mio volto trasfigurato,
sono fuggiti con le vesti tra le gambe
come quando la morte bussa alla porta
e non hai ancora finito di preparare la valigia e di salutare tutti,
mi accoglieresti tra le tue braccia?

La pietà non era della Terra la più diffusa delle qualità
e altro non mi è rimasto se non lasciarmi tutto quel peso alle spalle.
Farlo cadere è stato semplice, talmente liberatorio che avrei dovuto trovare il coraggio tempo addietro.
Soprattutto perché vederti accorrere alla mia volta
mi riempie il cuore di quella gioia che ti sei portata via intraprendendo il tuo viaggio.

Troverai, tu così devota, una breccia nella Grazia eterna per farmi aprire i dorati cancelli ?
So che farai del tuo meglio e molto di più.
Intanto stringi la mano insanguinata e prometti che non la lascerai più.

 

]old

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L’aria tiepida di giugno solleticava la sabbia, sollevando alcuni granelli dorati. Il sole alto nel pomeriggio guardava non curante l’orizzonte, incapace di comprendere cosa fosse la notte.

Alcuni bagnanti solcavano il lungomare, sollevando piccole onde bianche attorno alle gambe, discutendo animatamente alcuni, altri osservando in silenzio dove poggiavano i piedi.

Un gruppetto di bambini era intento a costruire un castello con più torri, adornato da conchiglie e alghe strappate al moto ondoso.

Nel suo silenzio s’erano appartati suoni di discorsi mai tenuti, intrappolati in gola come bocconi amari che non si riesce a deglutire; le mani tremavano per un tic nervoso che non riusciva a placare, il respiro, fattosi accelerato, le faceva sussultare il petto magro alla disperata ricerca di ossigeno. Seduta, fissava il mare dinanzi a sè, per cercare la calma interiore a cui aspirava. Ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva un volto, il suo volto, ma avrebbe dato qualsiasi cosa per non vederlo più. Troppo dolore, troppa ansia, troppe domande, –  che sarebbero rimaste senza risposte,- invadevano il suo essere rendendolo fragile e indifeso.

Una folata di vento le sussurrò qualcosa all’orecchio. Un bisbiglio, un mormorio, un fruscio nella sua testa. Riaprì gli occhi.

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Finestrini abbassati

Aria umida di erba

E la musica che rompe il silenzio

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Quanto rumore fa un cuore

che in silenzio si spezza?

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Quanto può essere intenso uno sguardo?

Quanto possono essere avvolgenti e profondi due occhi castani?

Non l’avrebbe saputo dire prima di quel momento, il momento, l’attimo in cui il suo sguardo mutò e nel silenzio della stanza iniziò un discorso fatto di emozioni e brividi sottopelle.

La luce tenue della sera filtrava dalla finestra socchiusa e l’aria tiepida di settembre inebriava i sensi di sapori estivi quasi spenti.

Capì dunque che gli occhi, di qualunque colore fossero, potevano cambiare chi li guardava per quello che trasmettevano.

Ma i silenzi ingannano, a volte più delle parole; sono pericolosi perché sanno mentire senza aver timore di dover ricordare la menzogna.

Gli sguardi confondono le idee, , soprattutto quando, repentinamente, senza avviso alcuno, svaniscono, lasciando dietro di sé punti interrogativi in scie affilate come la deluso e il disincanto.

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