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È apparenza. Quello che vedete non è una persona.

È una crepa sul muro, è un pavimento con le assi sconnesse e mangiate dai tarli.

È un campo battuto dalla tempesta.

Il coraggio appartiene alle femmine.

Ma la libertà è dei maschi.

Cit. La casa dei fiori selvatici – Mathangi Subramanian

Mi sveglio di soprassalto. L’ansia che mi toglie il respiro. Ma nel silenzio della stanza odo il tuo respirare. Appoggio un orecchio suo tuo petto e al ritmo del tuo cuore, mi assopisco.

Le mani erano vuote.

Palmi verso l’alto.

Vuoti.

Solo una marea di segni, incavi, curve e croci.

Palmi rossi dal freddo, incapaci di sostenere, portare, sentire.

Quando fa male anche solo respirare è ora di andare via.

L’angoscia mi assale senza darmi il tempo di difendermi. Una fitta mi stringe lo stomaco e io vacillo per le stanze vuote di te, cercando qualcosa che possa distrarmi dall’ennesimo male.

Non mi pensi.

Non trovi mezzo minuto per chiedermi come sto. Mi hai dimenticata. Lasciata su una mensola della vass mentre giravi in cerca di altro.

Non ti passo mai per la mente. Non ho lasciato tracce degne di essere seguite.

Scompaio così.

Il tempo passa inesorabile avvolto dal tuo silenzio.

Che non mi pesa.

Come se nel silenzio mi fossi comunque accanto, con quel sorriso che solo io riesco a farti fare.

Nella lontananza si cela sempre un po’ di mistero, fondi di caffè che non sappiamo interpretare fino a quando non si svelano da soli.

L’amore è come giocare alle corse: a volte il cavallo su cui nessuno avrebbe puntato, si rivela essere quello vincente.

Un pallido sole

Si fa strada tra

La nebbia del risveglio.